Cassazione: il datore di lavoro risponde anche per lo stress da turni e carichi eccessivi

Cassazione 7 ottobre 2025, n. 26923, con focus sulla sicurezza sul lavoro e sulle implicazioni per datori di lavoro, RSPP e responsabili delle risorse umane.

Cosa ha deciso la Cassazione

La Corte ha stabilito che il datore di lavoro può essere condannato a risarcire gli eredi di un lavoratore (nel caso concreto un medico) deceduto per infarto quando il decesso è riconducibile — anche in parte — alle condizioni di lavoro: in particolare a turni oltre l’orario normale e a un carico di lavoro stressante. La Corte non si è limitata al mero fatto biologico, ma ha valutato il nesso causale tra organizzazione del lavoro (turni prolungati, stress) e l’evento mortale.

 

Perché è importante per la sicurezza sul lavoro

  1. Allarga la prospettiva della responsabilità: non conta solo aver adottato procedure scritte; la valutazione riguarda anche l’effettività delle misure di prevenzione rispetto ai rischi psicosociali e all’organizzazione del lavoro. Il datore può essere chiamato a rispondere economicamente (e, in altri casi, penalmente) se non dimostra di aver gestito concretamente quei rischi.
  2. Nesso causale non è impossibile da provare: la Corte dà rilievo a elementi fattuali (durata dei turni, ripetitività, stress documentato) che, se provati, possono fondare la responsabilità. Questo rafforza l’attenzione su registri orari, rapporti di sorveglianza sanitaria, e documentazione di sovraccarico.
  3. Rischi psicosociali sullo stesso livello dei rischi “fisici”: il principio pratico è che stress, affaticamento, turni lunghi e privazione di riposo sono rischi che devono essere valutati e gestiti con la stessa serietà degli infortuni materiali.

 

Cosa cambia in concreto per chi si occupa di sicurezza

  • Valutazione dei rischi (DVR): aggiornare il DVR includendo rischi da carichi di lavoro e rischi psicosociali, con misure preventive misurabili e tracciabili (es. limiti ore/turno, pause obbligatorie, rotazione turni).
  • Documentazione: tenere registro orario, segnalazioni, richieste di turni straordinari, referti medici e note sul carico di lavoro. In caso di contestazione, la prova documentale è decisiva.
  • Sorveglianza sanitaria attiva: maggiore attenzione del medico competente su segni di affaticamento, ipertensione, warning clinici — e protocolli per intervenire se il lavoratore è a rischio.
  • Formazione e cultura: informare i lavoratori e i preposti sui rischi da sovraccarico e su come segnalare situazioni pericolose; promuovere una cultura che non normalizzi i turni insostenibili.

 

Il messaggio della Cassazione

Il messaggio è chiaro: non basta dire “le regole ci sono”, bisogna dimostrare di averle fatte vivere davvero nella quotidianità aziendale.

La sicurezza non è solo un adempimento, ma una responsabilità concreta verso la salute e la dignità di chi lavora.

Fonti:
bollettinoadapt.it
puntosicuro.it
certifico.it

 

 

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