Salute mentale: da emergenza ignorata a priorità necessaria

Il riscontro dell’’OMS

“Investire nella salute mentale significa investire nelle persone, nelle comunità e nelle economie”. Con questa affermazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, richiama i governi alla responsabilità di considerare la salute mentale non un privilegio, ma un diritto universale. Dai due nuovi Rapporti dell’Organizzazione mondiale della sanità, World mental health today Mental Health Atlas 2024, emerge che oltre un miliardo di individui convive con disturbi psicologici come ansia e depressione. Questi problemi rappresentano la seconda causa di disabilità cronica e incidono pesantemente sugli anni di vita vissuti in buona salute. Le conseguenze non riguardano solo l’ambito sanitario, ma anche quello economico: ansia e depressione costano ogni anno all’economia globale circa mille miliardi di dollari, soprattutto a causa del calo di produttività.

 

Gli ultimi progressi e i buoni propositi per il domani

Negli ultimi anni ci sono stati alcuni progressi nelle politiche di salute mentale, ma permangono forti disuguaglianze e mancano riforme legislative adeguate: solo il 45% dei Paesi ha leggi in linea con gli standard sui diritti umani. Le risorse restano molto limitate: la spesa pubblica è ferma al 2% dei bilanci sanitari, con enormi divari tra Paesi ricchi e poveri. Anche il personale è scarso, soprattutto nelle aree a basso e medio reddito. La transizione verso cure comunitarie è lenta e molti Paesi dipendono ancora dagli ospedali psichiatrici, dove sono frequenti ricoveri involontari e di lunga durata.

L’Oms evidenzia come il suicidio resti una delle principali cause di morte tra i giovani, con 727mila vittime nel 2021. Nonostante gli sforzi globali, il tasso di mortalità non diminuisce abbastanza per rispettare l’Obiettivo di sviluppo sostenibile che punta a ridurre di un terzo i suicidi entro il 2030: con l’attuale trend si prevede si arriverà solo a un calo del 12%.

Pur in un quadro ancora complesso, iniziano a delinearsi segnali positivi: si diffondono programmi di prevenzione e promozione della salute mentale nelle scuole e nei luoghi di lavoro, mentre crescono i servizi territoriali e le soluzioni di telemedicina. Inoltre, oltre l’80% dei Paesi ha integrato forme di supporto psicosociale nelle risposte alle emergenze, un dato più che raddoppiato rispetto al 2020.

L’Organizzazione mondiale della sanità richiama però la necessità di un cambio di passo: occorrono maggiori investimenti pubblici, riforme legislative orientate ai diritti umani, il rafforzamento del personale specializzato e una più rapida transizione verso modelli di cura comunitari e personalizzati. Questo approccio si inserisce nel paradigma della “health in all policies”, che considera la salute mentale un elemento trasversale e strategico per il benessere collettivo, e nella prospettiva del recovery-oriented model, volto a valorizzare le risorse individuali e sociali delle persone con disturbi psichici.

Il prossimo Vertice Onu sulle malattie non trasmissibili e la salute mentale, previsto a New York il 25 settembre 2025, rappresenterà un momento cruciale: l’obiettivo sarà rilanciare la sfida di trasformare la salute mentale da questione marginale a priorità globale, condizione necessaria per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) e per la costruzione di società più inclusive, eque e resilienti.

 

Il contributo di Prima Training & Consulting Società Benefit

Il nostro contributo alla promozione della salute mentale e del benessere nei contesti lavorativi si realizza attraverso un approccio integrato, che unisce competenze psicologiche, strumenti di valutazione e interventi mirati. Come psicologi e psicologhe del lavoro, operiamo su più livelli:

  • Prevenzione e formazione: realizziamo percorsi formativi per manager, HR e team, orientati allo sviluppo di competenze di leadership sostenibile, gestione dello stress, intelligenza emotiva, promozione del benessere e prevenzione dei rischi psicosociali.
  • Assessment e monitoraggio: conduciamo indagini organizzative, valutazioni del rischio stress lavoro-correlato, molestie e violenze nei luoghi di lavoro e mappature del clima aziendale, offrendo dati oggettivi e strategie di intervento basate sull’evidenza.
  • Supporto psicologico diretto: attiviamo sportelli di ascolto e servizi di coaching individuale in presenza e/o da remoto sincrono, garantendo spazi protetti di confronto e sostegno emotivo.
  • Interventi di accompagnamento: supportiamo le aziende nei processi di cambiamento organizzativo, nella gestione delle crisi e nel rafforzamento della resilienza collettiva. Siamo operativi in attività di prevenzione e in casi di fronteggiamento di situazioni di emergenza.
  • Promozione di una cultura della salute: accompagniamo le organizzazioni nella costruzione di politiche aziendali che riconoscano il benessere psicologico come risorsa strategica, in linea con le raccomandazioni internazionali (Oms, ILO, EU-OSHA). Collaboriamo e siamo parte di alcune tra le più importanti associazioni nazionali sul territorio che operano azioni di sensibilizzazione e intervento sul tema (es. SIPLO, AIFOS, CIIP, AIF, AIDP, ecc).

In questo modo contribuiamo a trasformare i luoghi di lavoro in contesti inclusivi, sostenibili e generativi di salute, capaci non solo di ridurre i rischi psicosociali, ma anche di favorire lo sviluppo delle persone e la produttività dell’organizzazione.

Autore: Priscilla Dusi

Fonte: asvis.it

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