Stress Lavoro Correlato

Cos'è lo stress lavoro correlato?

E’ definito come “lo stato di malessere che si manifesta con sintomi fisici, psichici o sociali legati all’incapacità delle persone di colmare uno scarto tra i loro bisogni e le loro aspettative e la loro attività lavorativa“. 

Si configura come un problema di salute largamente diffuso (occupa il secondo posto fra quelli più indicati dai lavoratori), con importanti ricadute economiche per le aziende.

Il fenomeno del disagio lavorativo è in costante aumento (tra il 50 e il 60% delle giornate lavorative perse in un anno è correlato allo stress da lavoro) e sembra destinato a crescere ancora.

Per rispondere attivamente a tale problematica è necessario adottare un concetto di rischio sul lavoro che non si limiti ai rischi “tradizionali”, ma che si allarghi anche a quei rischi che incidono sul benessere psicofisico e sull’integrità complessiva della persona, i cosiddetti “nuovi rischi” o “rischi emergenti” (art. 28 del D-Lgs. 81 del 9/04/08 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro” e Accordo Europeo sullo Stress da Lavoro del 8 Ottobre 2004 e s.m.i.).

La loro rilevanza nasce non solo per le conseguenze che essi potrebbero avere in modo diretto sulla salute dei lavoratori (patologie di tipo fisico, psichico, psicofisiologico, ecc.), ma anche per il fatto che agiscono come modulatori dei rischi tradizionali (chimici, fisici, ecc.) aggravandone gli effetti.

Le attività di prevenzione e consulenza

La valutazione stress lavoro correlato, ha come obiettivo la prevenzione e la riduzione dello stress da lavoro attraverso l’individuazione e l’implementazione di interventi migliorativi sull’organizzazione del lavoro.

La nostra proposta consulenziale vuole fornire un servizio che sia in grado di portare avanti in modalità integrata gli adempimenti burocratici dettati dalla normativa (obbligatorietà della valutazione stress lavoro correlato da inserire nel documento valutazione dei rischi), ma anche di sviluppare le tematiche legate al benessere organizzativo a tutto tondo: la strategia, le persone, i processi organizzativi.

Entrambi le attività perseguono un risultato orientato alla crescita di performance organizzativa.

La definizione puntuale degli obiettivi del percorso sarà concordata con il management aziendale, in particolare con gli stakeholders della sicurezza sul lavoro: il Datore di lavoro, il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, il Medico Competente, il Direttore del Personale e il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

Oltre ad adempiere quindi alla normativa vigente, la nostra proposta consulenziale offre all’azienda la possibilità di impegnarsi sull’intera ipotesi di progetto e di produrre un risultato sulle seguenti dimensioni:

  • Mappare le aree aziendali in cui il livello di stress è maggiore o potrebbe potenzialmente esserlo, fornendo una valutazione ponderata della situazione attuale e a tendere;
  • Fornire una lista esaustiva dei principali fattori scatenanti lo stress correlato al lavoro;
  • Proporre delle strategie di intervento per ridurre lo stress da lavoro e quindi prevenire casi di mobbing e di burn-out e di malattie professionali correlate o derivanti;
  • Dare un contributo alla definizione di possibili linee d’azione manageriale per aumentare il benessere organizzativo e le performance aziendali.

La metodologia da noi proposta prevede il coinvolgimento diretto degli attori del SPP aziendale e dei lavoratori (per la fase di rilevazione soggettiva) e presenta le seguenti caratteristiche:

  • Il modello è contestualizzabile e adattato alla specifica impresa;
  • Il focus è rivolto a una definita popolazione lavorativa, posto di lavoro, o gruppi di attività;
  • La strategia per la riduzione dei rischi relativi alla salute ed alla sicurezza sul lavoro sarà basata sulle evidenze e sulla pratica;
  • L’approccio sarà sistematico, partecipativo, e basato sul dialogo sociale;
  • Il processo sarà continuo e parte della normale attività dell’impresa;
  • L’enfasi per l’attuazione delle azioni di miglioramento sarà sulla prevenzione primaria, focalizzata sull’organizzazione in quanto generatrice di rischio.


E’ perfettamente congruente con l’approccio dettato dall’ultimo aggiornamento 2017 del Manuale INAIL sulla metodologia per la valutazione e la gestione del rischio stress lavoro – correlato, Accordo Europeo 8/10/2004, con il D.Lgs. 81/08 e s.m.i., con la Circolare 18/11/2010 del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con le attuali indicazioni metodologiche della Commissione Consultiva Permanente, delle guide operative nazionali, regionali ed interregionali (Linee guida ex ISPESL 2009; Guida operativa azienda USLL 21 e 22 Regione Veneto; Linee di indirizzo Regione Toscana; Linee di indirizzo Regione Lombardia (D. R.L. n. 13559); Guida operativa coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro; Comunicati e Guida operativa ex ISPESL 201′).

Cos'è il tecnostress?

Il tecnostress in psicologia può essere descritto come una sindrome causata dall’uso continuativo e contemporaneo di apparecchi informatici e digitali, dalla gestione di un flusso continuo di informazioni provenienti dalle tecnologie e dalla errata ergonomia dei luoghi e delle attività di lavoro (come per esempio l’utilizzo eccessivo di internet e della telefonia).

Gli effetti del tecnostress possono essere riscontrabili concretamente in disturbi quali ansia, fatica mentale e attacchi di rabbia, che possono essere diagnosticati anche da uno psicoterapeuta. Possono portare a una diminuzione del livello di produttività del lavoratore in Azienda e, parallelamente, ad un aumento del rischio di infortuni sul lavoro.

Perchè occuparsi del tecnostress?

Valutare il tecnostress è un obbligo normativo, in quanto rientra nell’obbligatorietà di effettuare la valutazione dei rischi ai sensi del T.U 81/2008 e D.lgs 106/2009.

Inoltre, secondo gli studi attuali, esso rappresenta il Rischio d’impresa del terzo millennio. Le conseguenze delle tecnologie nel lavoro hanno subito un’evoluzione nel tempo ed in particolare dal passato al futuro:

Se fino a ieri lo stress derivava dagli impegni e dalla preoccupazione per i risultati, oggi deriva dalla gestione delle informazioni e dall’utilizzo continuo di tecnologie digitali per soddisfare gli impegni e alleviare le preoccupazioni. E domani, deriverà sempre di più dalla gestione di informazioni, dall’utilizzo continuo di tecnologie e/o dall’assenza di connettività.

Come possiamo intervenire?

Per permettere alle Aziende di gestire nella maniera più efficace ed efficiente il potenziale rischio tecnostress, PRIMA Training & Consulting propone:

  • la realizzazione di alcune attività preventive, attraverso l’utilizzo di metodologie finalizzate al contenimento del livello di rischio (quali ad esempio la riorganizzazione del carico cognitivo per limitare il sovraccarico, detto “information overload”),
  • la realizzazione di attività di Informazione – Formazione sul rischio, formazione continua degli utenti per l’aggiornamento delle competenze necessarie all’utilizzo delle tecnologie con una revisione dei percorsi informativi/formativi aziendali.
  • una valutazione approfondita e specifica realizzata con l’ausilio di una check list/questionario che analizza i potenziali fattori di rischio sul lavoro per poter poi trovare azioni di miglioramento attuabili.
  • con il servizio di consulenza, si possono valutare tramite programmi ad hoc la messa in atto di azioni di miglioramento sugli ambienti di lavoro, implementazione e organizzazione di attività che permettano ai lavoratori una diminuzione delle sintomatologie che possono essere relazionate con l’ansia causata dal tecnostress.

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