Un recente saggio pubblicato sulla rivista Diritto della sicurezza sul lavoro riflette sui rischi professionali legati all’iperproduttività autoindotta, un fenomeno sempre più diffuso nel contesto del lavoro destrutturato, in particolare con l’avvento del lavoro agile.
Da un lato, questa nuova organizzazione del lavoro ha favorito un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro; dall’altro, ha dato origine a nuovi rischi psicosociali, tra cui isolamento, depressione e stress cronico da iperconnessione.
L’autore, il giuslavorista Alessio Caracciolo, analizza il lavoro agile in parallelo ad altre forme storiche di lavoro flessibile (come il lavoro a domicilio o il telelavoro), già al centro del dibattito dottrinale dagli anni ’80. L’obiettivo del saggio è mettere in luce come la valutazione della prestazione si sia spostata dal “tempo lavorato” al “raggiungimento di obiettivi”, incentivando forme di iperproduttività spesso spinte da premi individuali aziendali.
In questo scenario, il lavoro diventa più autonomo, ma anche più rischioso, e richiede nuove tutele e consapevolezze, anche attraverso il ruolo degli accordi collettivi e dei protocolli condivisi tra le parti sociali.
I temi salienti:
- Iperconnesione iperproduttività: organizzazione, rischi e disconnessione
- Iperconnesione e iperproduttività: confini della prestazione e responsabilità
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Fonti:
Puntosicuro.it
Diritto della Sicurezza sul Lavoro